A Prato una grande retrospettiva racconta attraverso più di 300 bozzetti, foto, abiti e documenti la creatività di Walter Albini.
Walter Albini è stato uno dei più influenti stilisti italiani del XX secolo. Un pioniere assoluto del Made in Italy, inventore del prêt-à-porter e del total look. Fino al 22 settembre 2024, presso il Museo del Tessuto di Prato, una mostra rende omaggio a questo grande designer.
“Walter Albini. Il talento, lo stilista”, a cura di Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini, ne celebra la memoria, il talento, la passione e la forza emotiva a poco più di quarant’anni dalla scomparsa. In esposizione abiti e oggetti, schizzi e fotografie, come tanti tasselli di emozioni scolpite nel tempo.
Promossa dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato la mostra vuole offrire una nuova lettura del percorso creativo, tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, di questo protagonista della moda italiana. Le curatrici hanno condotto un lungo lavoro di ricerca per delineare un ritratto, per molti quasi sconosciuto, dello stilista.
Per la prima volta vengono affiancati abiti, accessori e tessuti spesso inediti a materiali grafici – disegni, bozzetti, schizzi, fotografie, riviste di moda e documenti d’archivio – permettendo di ricostruire l’intera storia creativa di Albini, dalle prime esperienze come illustratore e disegnatore di moda alle ultime collezioni degli anni Ottanta.
Al tempo stesso la mostra, distribuita su oltre 1.000 metri quadrati, approfondisce anche altri aspetti dell’estro di Albini, quali la passione per il teatro, per il cinema e per il design di interni. Preziosa per la realizzazione del progetto è stata la Collezione Walter Albini del Museo del Tessuto, acquisita grazie a una donazione di Paolo Rinaldi, collaboratore di Albini, pervenuta tra il 2014 e il 2016. Si tratta di oltre 1.700 oggetti tra bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, abiti e tessuti dello stilista.
A valorizzare l’esposizione, i manichini in bianco opaco della collezione Schläppi 2200 di Bonaveri, dalle forme minimali e fluide. Le silhouette, circa una quarantina, vestono con raffinatezza i capi e le produzioni dello stilista, aggiungendo dinamismo e bellezza alle sale del Museo. Minimale, elegante, artistica e statuaria, la serie Schläppi si inserisce nello spazio con una discrezione che sembra appartenere ad altri tempi, facendo emergere tessuti e abiti attraverso una fusione di forme storiche e contemporanee e le sue pose stilizzate.
La mostra esplora le diverse “epoche” della carriera professionale di Albini attraverso una suddivisione ben studiata tra le sale. Nella sala delle collezioni storiche, al piano terra, vengono ripercorsi gli anni della formazione dello stilista. Dagli esordi come disegnatore per riviste di settore alle collezioni unitarie, passando per le collaborazioni con Baldini, Krizia, Billy Ballo, Cadette, Paola Signorini, Princess Luciana, Glans, Annaspina, Cole of California, Ideacomo, Montedoro, Diamant’s, Misterfox, Sportfox, Basile, Callaghan, Escargot, realizzate dal 1959 al 1972.
Al piano superiore sono esposte invece le creazioni a marchio WA presentate a Londra, Venezia e Roma tra il 1973 e il 1974, e capi della seconda linea Misterfox. Infine, nell’ultima sala espositiva del primo piano trovano spazio le produzioni dal 1975 al 1983 con l’Alta Moda, e le collezioni realizzate in collaborazione con Trell, Mario Ferrari, Lanerossi e Lane Grawitz.
La mostra inaugura la programmazione culturale della Fondazione per l’anno 2024 e conferma ancora una volta l’importante ruolo del Museo del Tessuto di Prato nella valorizzazione del patrimonio tessile e moda italiano. Nato nel 1975, il Museo del Tessuto è oggi il più grande centro culturale d’Italia dedicato alla valorizzazione dell’arte e della produzione tessile antica e contemporanea, e porta avanti la memoria di una tradizione insita nella città di Prato fin dal Medioevo.
Nato a Busto Arsizio nel 1941 Walter Albini, in cui nome di battesimo all’anagrafe era Gualtiero Angelo, ha mostrato un talento eccezionale fin da bambino, esprimendo la sua creatività attraverso l’illustrazione e il disegno di moda. Studia presso l’Istituto d’arte, diventa illustratore per riviste di Alta Moda. Si trasferisce prima a Roma e poi a Parigi, dove incontra Coco Chanel. Siamo nel pieno del boom economico degli anni Sessanta, un periodo di grande fermento e di grandi innovazioni, anche nella moda. Walter Albini lavora per case di moda come Krizia e a fianco di un esordiente Karl Lagerfeld.
Negli anni dove inizia la produzione su scale industriale ed esplode il consumismo, Albini è il pioniere del prêt-à-porter italiano. Crea abiti immaginando le persone che li indosseranno, partendo da un tema, adattandolo e declinandolo in diverse collezioni. Nel 1970 presenta la formula “unimax”, ovvero uniformità di taglio e colore per uomo e donna, e nel 1973 lancia una linea con il proprio nome, aprendo uno showroom a Milano. La celebre giornalista di Vogue Anna Piaggi inventa il termine “stilista” proprio per definire la sua arte.
La sua carriera è stata caratterizzata da una continua ricerca che ha unito creatività e innovazione, coniugando la sartorialità con l’industria tessile ed trasformando il concetto stesso di moda italiana. Albini è stato un pioniere della moda ed ha contribuito in modo significativo alla diffusione del Made in Italy nel panorama internazionale. La sua scomparsa prematura a soli 42 anni, nel 1983, ha lasciato un vuoto nel mondo della moda. Il suo lascito però continua a influenzare designer e creativi ancora oggi.
Dove: Museo del Tessuto, Via Puccetti, 3, Prato
Biglietti: intero € 10 – ridotto € 8
Orari: dal martedì al giovedì: 10-15, venerdì e sabato: 10-19, lunedì chiuso.
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