Andare in pensione è ormai sempre più difficile, ma come stabilito da questa circolare Inps si potrà godere di 5 anni di contributi in più.
Negli ultimi anni l’età pensionabile si è alzata sempre di più, complici l’aumento dell’aspettativa di vita, l’ingresso nel mondo del lavoro in età avanzata e carriere precarie e discontinue. Tuttavia, è possibile per alcuni lavoratori usufruire di una serie di misure pensate dal Governo proprio per anticipare di qualche anno l’accesso alla pensione.
In particolare, la Legge di Bilancio 2024 ha permesso il riscatto di periodi non coperti da contribuzione, fino ad un massimo di 5 anni senza interessi. Ma che cosa significa tutto questo esattamente? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e di capire meglio in che cosa consiste e come funziona questa agevolazione.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un sistema che permette di rinsaldare la propria situazione previdenziale, aumentando i contributi versati. Per l’esattezza, l’ultima manovra finanziaria prevede la possibilità temporanea per il biennio 2024-2025 di riscattare, in tutto o in parte, i periodi non coperti da contribuzione fino ad un massimo di 5 anni, parificandoli a periodi di lavoro, versando il dovuto a rate mensili in un lasso di tempo massimo di 12 anni, senza interessi. Hanno diritto a beneficiare di questa agevolazione:
I periodi da riscattare devono essere compresi comunque tra il primo e l’ultimo versamento contributivo effettuato. Si ricorda inoltre che la domanda può essere presentata dall’assicurato o dai suoi superstiti o parenti e affini entro il secondo grado.
Quanto costa esattamente procedere con il riscatto? Per i lavoratori del settore privato l’onere può essere sostenuto dal datore di lavoro attraverso i premi di produzione destinati al lavoratore stesso. In questo caso la somma è deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo e non rientra nel reddito fiscalmente imponibile del dipendente. Il versamento può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza in una soluzione unica o fino ad un massimo di 120 rate mensili di importo non inferiore a 30 euro.
La norma stabilisce che la rateizzazione può essere concessa solo se sussistono determinate condizioni: i contributi da riscatto debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta o tali contributi siano determinanti per l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari.
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