Ci sono alcune categorie di lavoratori che hanno la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni, senza tagli sull’assegno mensile.
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, perché il lavoro nobilita l’uomo. Diventare padroni di un mestiere rappresenta un dettaglio fondamentale per la crescita sana di una persona, a prescindere che si tratti di un uomo o di una donna. I motivi principali sono i seguenti: un’attività consente di aprire la mente e guadagnarsi l’indipendenza economica.
O almeno, così dovrebbe essere in qualsiasi campo; anche se purtroppo non sempre si verifica lo scenario in argomento. Ad ogni modo, è opportuno preservare la cultura del sacrificio, poiché attraverso l’impegno ed il sudore è possibile togliersi soddisfazioni importanti. E il livello di godimento è più elevato in questo caso.
Oggi, invece, viviamo in una società che viaggia ad una velocità malsana, a causa dell’espansione incredibile della tecnologia e dell’universo social. Molti giovani desiderano ribellarsi al concetto di fatica, ottenendo piuttosto ciò a cui ambiscono con il minimo sforzo. Una visione che spesso viene esasperata e così diventa senz’altro controproducente. Non è un caso che il concetto di gavetta non vada più ‘di moda’ da parecchi anni ormai.
Ma esistono ancora persone che puntano a dare il massimo onorando il proprio lavoro, per poi un giorno percepire una meritata pensione. A tal proposito, a qualche individuo è concessa l’opzione di andare in pensione prima della soglia dei 67 anni di età, che riguarda il classico pensionamento per vecchiaia.
Se si soddisfano determinate condizioni, come l’aver pagato molti anni di contributi oppure una carriera caratterizzata prevalentemente da mansioni gravose, è possibile diventare dei pensionati pure con largo anticipo. Tutto ciò è slegato dall’età anagrafica, l’importante è maturare almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se si è uomini (un anno in meno per le donne).
Chi ha lavorato per almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni è in grado di accedere alla Quota 41 precoci, a patto che rientri in una di queste categorie: disoccupati, invalidi almeno al 74%, caregiver e lavoratori che hanno svolto attività particolarmente gravose. Poi c’è l’opportunità relativa alla Quota 103, introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 (confermata da quella del 2024 con qualche novità).
I requisiti minimi sono 62 anni di età e 35 anni di contributi. Da tenere in considerazione pure l’Ape Sociale, a cui possono accedere soltanto coloro che sono nati dopo il 1961 (63 anni e 5 mesi più 30 anni di contributi). Tale opzione riguarda i disoccupati, gli invalidi almeno al 74% e i caregiver. Mentre per chi ha svolto mansioni usuranti, il requisito minimo è pari a 36 anni.
Infine abbiamo Opzione donna, riservata a chi ha compiuto 61 anni entro il 31 dicembre del 2023 e raggiunto i 35 anni di contributi. Deve trattarsi di caregiver, donne invalide almeno al 74% oppure lavoratrici dipendenti/licenziate da imprese per cui è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Queste le vie e i requisiti per il pensionamento anticipato senza tagli sull’assegno mensile.
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