L’assegno di mantenimento è un dovere prioritario, ma cosa accade in caso di perdita del lavoro? Il chiarimento della Corte di Cassazione.
La tematica del mantenimento dei figli a seguito di una separazione è da sempre ricca di controversie, nonché sfaccettature. Ogni anno sono molteplici le cause che vedono le due parti a doversi battere per l’inadempimento di questo obbligo, ragione per cui, la Corte di Cassazione ha chiarito eventuali dubbi in tal senso.
Ma partiamo dalla base. L’assegno di mantenimento per i figli è un sostegno economico che i genitori sono tenuti a fornire agli stessi sia durante la convivenza che in caso di separazione o divorzio. In genere, l’assegno è dovuto da entrambi i genitori in proporzione al loro reddito e patrimonio.
Secondo l’articolo 30 della Costituzione italiana, i genitori hanno l’obbligo di provvedere al sostentamento, all’istruzione e all’educazione dei figli, sia nati in ambito coniugale che extraconiugale. Questo dovere deriva dall’atto stesso della procreazione e si attiva con la nascita dei figli. Ma se uno dei due genitori perde il lavoro cosa accade? La Corte di Cassazione ha dato una risposta quanto più esaustiva in merito questa evenienza.
Durante il corso della vita, può capitare che il genitore non convivente, nonché colui che è tenuto a versare il mantenimento, perda il lavoro in maniera più o meno volontaria. In questi casi può diventare complesso pagare la somma necessaria, motivo per cui possono verificarsi situazioni in cui l’altra parte potrebbe denunciare il mancato adempimento.
Secondo la legge, anche se un genitore è disoccupato, continua ad essere tenuto a contribuire al mantenimento dei figli. La perdita del lavoro non è considerata di per sé una giustificazione valida per eludere questa responsabilità. La giurisprudenza italiana sottolinea che il genitore senza impiego deve dimostrare di aver fatto ogni sforzo per trovare un’occupazione e di non avere altre fonti di reddito disponibili.
Questo principio è stato confermato dalla Corte di Cassazione, che ha stabilito che il genitore disoccupato è obbligato a dimostrare proattività nella ricerca di lavoro. Ciò significa che deve presentare prove concrete dei suoi sforzi per ottenere un impiego, come invio di curriculum, partecipazione a colloqui di lavoro, registrazione presso agenzie di collocamento, corsi di formazione professionale, ecc. Inoltre, il genitore deve dimostrare di non avere altre fonti di reddito, come redditi da investimenti, pensioni, sussidi di disoccupazione o assistenza sociale.
In buona sostanza, l’obbligo di mantenimento dei figli è considerato una priorità e il genitore è tenuto a fare ogni sforzo per assolverlo, anche in caso di disoccupazione. Se il genitore non riesce a trovare un nuovo lavoro nonostante i numerosi tentativi dovrà fornire al giudice tutte le prove dei suoi sforzi per trovare lavoro, come copie dei curriculum inviati, documentazione delle candidature presentate, conferme di partecipazione a colloqui di lavoro e attestati di partecipazione a corsi di formazione.
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