Sono tanti gli errori comuni che mettono gli italiani nei guai. Questi solitamente riguardano la pensione ed i debiti col fisco: quali sono.
Sono diverse le ragioni che possono portare un cittadino ad accumulare debiti con il fisco. Infatti, quando una persona o un’azienda non paga le tasse dovute al Governo, si trova ad accumulare debiti fiscali. Questo può accadere per una varietà di motivi, tra cui difficoltà finanziarie, errori contabili o mancata comprensione delle normative fiscali. Inoltre delle volte potrebbero essere commessi anche errori nella compilazione o nella presentazione della dichiarazione dei redditi e questo potrebbe portare a pagamenti insufficienti di imposte.
Ovviamente poi, in Italia, non possono mancare nemmeno i casi di persone o aziende che deliberatamente evitano di pagare tasse o cercare di nascondere redditi o beni al fisco. L’evasione fiscale, come ben risaputo, è illegale e può comportare sanzioni penali oltre a debiti fiscali. Allo stesso tempo ogni cittadino deve essere al passo con le leggi fiscali che solitamente cambiano con il tempo. Delle volte però i debiti possono essere accumulati anche a causa della pensione ed oggi andremo a vedere gli errori che mettono tutti nei guai.
Pensioni e debiti col fisco, non commettere questi errori: sono molto comuni
Se ti ritrovi con debiti nei confronti del fisco, è naturale preoccuparsi della sicurezza della tua pensione. Per questo motivo è importante comprendere quali sono i limiti e le misure di protezione a disposizione. Quando l’Agenzia delle Entrate Riscossione procede al pignoramento delle pensioni, deve attenersi ai limiti stabiliti dal Codice di Procedura Civile. Questi limiti proteggono il cosiddetto “minimo vitale impignorabile”, che attualmente è fissato a euro 1.068,82. Inoltre solo il quinto della parte eccedente questo importo può essere oggetto di pignoramento.
Nel caso di più creditori, il limite massimo pignorabile è la metà della somma che supera i 1.068,82 euro. Se il pignoramento avviene direttamente presso l’INPS, i limiti restano gli stessi. Tuttavia se il pignoramento avviene attraverso il conto corrente del debitore, si applicano altre regole. In questo caso possono essere pignorate solo le somme sul conto che superano il triplo dell’assegno sociale, pari a euro 534,41, o tutto l’importo che supera i 1.603,23 euro se l’accredito è avvenuto prima del pignoramento.
È importante notare che i pignoramenti al di là di questi limiti sono parzialmente inefficaci e possono essere rilevati dal giudice dell’esecuzione. Al tempo stesso per evitare il pignoramento, è possibile richiedere alla Agenzia delle Entrate Riscossione la rateizzazione dei debiti. Tale richiesta impedisce azioni esecutive e cautelari. Una volta inviato il piano di rateizzazione, il debitore è tenuto a pagare regolarmente le rate mensili fino all’estinzione del debito.