Il termine Niksen diventerà il baluardo di una nuova rivoluzione silenziosa che arriva dall’Olanda: cos’è “l’arte del non fare nulla”.
Nei Paesi Bassi si parla di Niksen ormai da diversi anni e lo si fa con profonda consapevolezza. I paesi nordici sono da sempre profondamente legati alla cura del benessere mentale parallelamente a quella del benessere fisico, quindi non è un caso che proprio dal profondo Nord Europa arrivi (o per meglio dire ritorni) un concetto che una volta era alla base della cultura mediterranea.
Il Niksen è stato definito dalla scrittrice Olga Mecking come “l’arte olandese del non fare niente”. Volendo andare ben oltre questa definizione un po’ superficiale, questo consiste nel non fare nessuna delle attività che la società classifica come produttive.
Nello specifico chi pratica il Niksen si tiene lontano da tutte quelle attività che generano ansia da prestazione e pressione psicologica come lavorare sempre al massimo delle proprie possibilità, raggiungere sempre un nuovo obiettivo, elevarsi fino a raggiungere gli standard imposti dalla società in diversi ambiti, come quello lavorativo o estetico.
Questo atteggiamento, ormai profondamente radicato nella società contemporanea, ci ha portato a organizzare in maniera serratissima il nostro tempo e quello dei nostri figli, senza lasciare mai “tempi morti” tra un’attività e l’altra. Inutile dire che mantenere questi livelli di iperattività molto a lungo porta a livelli di stress inimmaginabili ed è a questo punto che si dovrebbe cominciare a praticare il Niksen.
Praticare il Niksen non significa stare letteralmente senza fare niente quanto piuttosto apparentemente senza far niente. Leggere un romanzo, ascoltare musica, passeggiare nella natura senza controllare costantemente lo smartphone, sono tutte attività che ci permettono di trascorrere il tempo in maniera consapevole, rigenerandoci.
Anche cedere ai piccoli piaceri della vita, come mangiare godendosi ogni boccone, bere un bicchiere di vino o semplicemente concedersi un lungo sonno ristoratore sono tutte attività perfette per il Niksen, che mira quindi a renderci più consapevoli e felici nel corso di ogni singola giornata.
I latini chiamavano otium tutte quelle attività che la società non considerava strettamente produttive. La poesia, la filosofia e la letteratura, solo per fare qualche esempio, erano considerate altissime forme di otium, perché elevavano lo spirito mentre il corpo non si dedicava ad attività strettamente produttive.
Saremo davvero in grado di riabbracciare il dolce far niente e staccare la spina per salvarci dal turbine infinito delle nostre attività quotidiane? Ci vorrà molto impegno per disimparare la produttività a tutti i costi!
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