La legge italiana dice che l’eredità di un defunto va equamente divisa fra gli eredi: cosa succede se uno di loro ha già ricevuto donazioni?
Tra gli eredi legittimi vengono automaticamente considerati il coniuge e i figli legalmente riconosciuti. In mancanza di figli possono essere considerati eredi legittimi i genitori della persona defunta. Sempre secondo la legge, a ognuno degli eredi spetta una determinata percentuale dell’eredità complessiva e bisogna sempre fare in modo di corrisponderla con precisione.
Questa prassi però si complica se uno degli eredi ha ricevuto delle somme di danaro mentre il defunto era ancora in vita. Come ci si regola in questo caso? La legge stabilisce che alcune somme devono essere considerate degli “anticipi” sull’eredità, e quindi devono essere sottratte dalla quota complessiva dell’eredità spettante a quell’erede in particolare.
In altri casi però le somme in questione non costituiscono alcun anticipo e quindi l’erede ha diritto a ricevere la sua quota di eredità senza che da essa venga sottratto nulla.
Quando bisogna restituire i soldi agli altri eredi?
Una delle situazioni più tipiche in cui si crea il problema delle quote di eredità è la convivenza di un erede con il defunto prima che questi morisse. In questo caso, infatti, è assolutamente normale che l’erede convivente abbia ricevuto delle somme per il suo mantenimento.
Pensiamo ad esempio al caso di un vecchio padre pensionato che vive insieme al figlio disoccupato, il quale si occupa di lui. Il padre potrebbe decidere di passare mensilmente una piccola quota della sua pensione al figlio allo scopo di sostenerlo nelle sue spese personali (per esempio l’acquisto di vestiti). Questa quota non può essere sottratta alla quota di eredità spettante al figlio disoccupato perché non si tratta di una donazione, ma del semplice dovere di un genitore convivente a pagare per il sostentamento del figlio.
Diverso è il caso in cui un figlio abbia ricevuto grosse somme di denaro nel corso della vita. Per esempio, un genitore potrebbe decidere di regalare una macchina a uno dei figli e non agli altri. Se il figlio non è convivente con il genitore e la macchina non gli era strettamente necessaria (perché magari ne aveva un’altra più vecchia ma funzionante) allora si tratta di una vera e propria donazione che dev’essere considerata come un anticipo sulla quota di eredità e quindi sottratta alla quota complessiva di denaro spettante al figlio. Anche nel caso di semplici bonifici la cui causale sia riempita con la dicitura “donazione” vengono considerati, ovviamente, somme da sottrarre al totale dell’eredità.