Aprendo il tonno in scatola è facile imbattersi in una bruttissima sorpresa: tra i consumatori si diffonde la preoccupazione
In un tempo in cui la vita frenetica ha preso il sopravvento, il cibo già pronto è divenuto una certezza. A questo si aggiunge anche la necessità di risparmiare, che porta inevitabilmente ad escludere dalla spesa l’acquisto di alimenti prelibati, come il pesce fresco. Tutte condizioni che rendono prodotti come il tonno in scatola un must-have della dispensa. Difficile immaginare di trascorrere lunghi periodi senza averne qualche riserva da parte.
Ideale per il consumo veloce, si presta ad innumerevoli ricette, dalle più basiche alle più elaborate. Se c’è chi si accontenta di una semplice pasta con tonno, prezzemolo e limone, o di un sandwich da portare a lavoro per un break, c’è chi lo impiega per preparazioni accurate. Diventa dunque, un ingrediente imprescindibile per i pasti quotidiani, sebbene il suo consumo frequente sia stato messo più volte sotto esame.
Eppure negli ultimi tempi il tonno in scatola sta riservando a molti una spiacevole sorpresa. Accade sempre più spesso di aprire una scatoletta per ritrovare all’interno un prodotto secco e praticamente quasi privo di olio. Una notevole differenza rispetto al passato, quando l’ingrediente si trovava (per lo meno nel caso del tonno all’olio), completamente immerso in questo. Sorge spontaneo dunque, domandarsi quale sia la ragione di questa scelta. Una motivazione c’è ed è sorprendente.
Aprire il tonno in scatola e ritrovarlo senza olio è una circostanza oggi molto comune. In molti si stanno chiedendo perché questo si sta verificando e, soprattutto, se il prodotto sia effettivamente valido come un tempo. Il suo aspetto (ed il suo gusto) appare differente per un motivo fondamentale. L’assenza di olio è dovuta innanzitutto alla critica carenza di prodotto, dovuta alle difficili problematiche di malattie e sbalzi climatici che hanno messo in ginocchio gli uliveti.
L’olio ha subito un inarrestabile aumento dei costi, che ha portato di conseguenza alla necessità di risparmiare sull’ingrediente. Ma la sua scarsa presenza è dovuta altresì a ragioni di buona nutrizione. Molte più persone infatti, hanno iniziato a seguire uno stile alimentare sano e pulito, che ha portato ad una notevole crescita delle vendite di tonno al naturale. Un aspetto che ha influenzato nella scelta di ridurre il quantitativo di olio presente in una scatoletta del 12,5%.
All’alimentazione equilibrata, come ha affermato il direttore generale dell’Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare (Ancit), si è aggiunta inoltre anche la lotta agli sprechi. Al giorno d’oggi infatti, le tematiche di sostenibilità e rispetto dell’ambiente sono di centrale importanza. Molto di quell’olio che si trova nelle scatolette, il più delle volte finisce per essere gettato via. Una piccola azione che crea enormi danni, sia perché quel prezioso ingrediente potrebbe essere riciclato, sia perché viene spesso scolato erroneamente nel lavandino.
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