Un famoso hotel italiano diventa protagonista di una vicenda difficile da immaginare: moltissimi turisti ci sono stati e non lo sapevano
L’estate è la stagione per eccellenza delle vacanze più attese. Milioni di turisti ogni anno fanno le valigie per spostarsi in un luogo diverso da quello in cui abitualmente trascorrono la propria vita. L’obiettivo naturalmente, è quello di poter staccare dallo stress per ricaricare le energie in totale serenità. L’Italia, con la sua immensa vastità di luoghi, colori, paesaggi e culture, si presenta da sempre come una delle scelte più amate.
Gli stessi italiani infatti, spesso rinunciano ai grandi e difficoltosi spostamenti in altre destinazioni del pianeta, optando per una vacanza tranquilla e del tutto tradizionale. Una delle mete che da sempre attirano visitatori in estate (e non solo) è senza dubbio l’Emilia Romagna. Da Rimini a Riccione, passando per Salsomaggiore Terme, Cesenatico o Cattolica, sono infinite le possibilità di scegliere il proprio soggiorno perfetto.
É anche per questo che sono tantissimi gli hotel, i resort e le altre strutture ricettive a sorgere in queste zone. Alcune però, hanno una storia molto più antica. Una di queste, in particolare, nasconde un “segreto” ad oggi ancora sconosciuto a molti turisti che si trovano a passare di lì. La famosa Villa è stata la sede di un particolare e incredibile avvenimento italiano.
Per un turista, la scelta del giusto alloggio per le vacanze è influenzata da molti fattori. In molti casi quello economico, spinti dal desiderio di risparmiare il più possibile o, al contrario, di godere di tutti i comfort che solo una struttura di lusso può offrire. In altri invece, è la collocazione. A tutti piace svegliarsi con un panorama da cartolina di fronte alla finestra. Eppure c’è anche un valore storico che ogni albergo può custodire e di cui spesso non si è neppure a conoscenza.
Villa Mia, un elegante apart-hotel situato nella Riviera Romagnola, al centro dell’isola pedonale di Gatteo Mare-Villamarina, è la sede in cui si è svolto casualmente un evento sicuramente memorabile per la cultura italiana. L’albergo a 200 metri dal mare di proprietà della famiglia Ricci, è infatti il luogo in cui 70 anni fa venne composta una delle canzoni italiane più famose. Aurelio Casadei si trovava proprio lì, nel 1954, quando diede vita al suo capolavoro “Romagna mia”, 0ggi candidata per diventare Patrimonio dell’Unesco.
Un manifesto della bellezza tutta romagnola dall’intenso significato, il brano è riconosciuto in tutto il mondo, grazie anche al ruolo rappresentativo che ha assunto nel corso dei decenni nella storia del ballo liscio. Nata in origine con il nome di “Casetta mia”, venne trasformata poi in un omaggio all’intera Romagna, ottenendo un successo incredibile in Italia e all’estero.
Non c’è estate in cui le sue note non risuonino in una balera o in una piazza, riportando ogni volta alla mente quelle evocative immagini che proprio l’indimenticato Casadei aveva davanti agli occhi quando la scrisse. Probabilmente, molti hanno messo piede in quell’angolo della Villa in cui le sue parole videro la luce.
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