Controlli ufficiali per i possessori di Partita Iva, adesso non si scherza più: sanzioni fino a 50 mila euro solo per questo errore
Come spesso accade, soprattutto nel periodo di fine Giugno, ogni contribuente e possessore di Partita Iva, che sia ordinaria, semplificata o forfettaria, deve assolutamente pagare i contributi al fine di evitare sanzioni da parte dell’Agenzia delle entrate. Ultimamente, per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, l’Agenzia delle entrate ha disposto un controllo davvero duro e sanzioni che arrivano fino a 50.000 euro: andiamo ad approfondire questo discorso molto interessante per i nostri lettori.
Negli anni, quanti di noi hanno avuto la possibilità di evadere le tasse ma non lo hanno fatto perché dei cittadini corretti ed esemplari? Tutto vero, ma alcuni tra i possessori di Partita Iva, sono riusciti ad evadere il fisco creando un buco di miliardi di euro che è andato a creare, di conseguenza, danni all’economia italiana.
Per contrastare questo fenomeno, è stata la stessa Agenzia delle entrate e alcuni decreti approvati dalla Legge di bilancio del 2023, che hanno cercato un modo per contrastare questo fenomeno praticabile ormai da anni dai soggetti. Come? Con alcune sanzioni davvero punitive che sono un vero salasso per le tasche dei contribuenti.
Se commetti ogni anno l’errore di evadere il fisco decidendo di non pagare le tasse, non ti conviene dormire sogni tranquilli perché le conseguenze si possono rivelare davvero molto amare per te e per chi ti sta intorno. Ogni possessore di Partita Iva, deve contribuire all’economia italiana ed è obbligato a pagare le tasse: se non lo fa le conseguenze son davvero dure.
I nuovi commi della Legge di bilancio del 2023 dell’art. 35 del DPR n. 633/1972 (c.d. Testo unico IVA) sono principalmente rivolti alle partite IVA di nuova attribuzione, ma anche a quelli già esistenti che operano dopo un periodo di inattività o a seguito di modifiche dell’oggetto, riprendano ad operare con le medesime modalità.
Viene effettuato un controllo da parte dell’Agenzia delle entrate incrociato con quello della Guardia di finanza. Se i soggetti titolari di partita IVA che presentano gli elementi di rischio relativi alla posizione fiscale, a quella relativi alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività e, ancora, a titolare dell’attivita individuale si rischia grosso.
Se il contribuente non ottemperi ad andare in ufficio di persona, rischia una sanzione fino a 3000 euro. E, ancora, se vi è la cessazione della partita IVA effettuata ai sensi dei precedenti commi 15-bis e 15-bis.1, il soggetto destinatario del provvedimento può successivamente richiedere l’attribuzione di partita IVA, inoltre ci sarà una fideiussione bancaria fino a 3 anni per una sanzione fino a 50.000 euro.
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