Quando si parla di abiti iconici del cinema, il primo che viene in mente a tutti, esperti e non, è quello bianco e plissettato indossato da Marilyn Monroe. Ma c’è dell’altro!
Indossato per il film Quando la moglie va in vacanza, questo abito è così famoso da essersi guadagnato un nome proprio, il “Subway Dress”, un titolo che richiama la scena più celebre del film, quella in cui il vestito bianco si solleva al passaggio della metro sotto una grata. Una scena talmente iconica che in pochi sanno che non è stata nemmeno girata nelle strade di New York. Billy Wilder, il regista, aveva scelto una location al 52 di Lexington Avenue, ma il clamore suscitato dalla sola presenza di Marilyn rese impossibile ottenere il silenzio necessario. La soluzione? Ricreare tutto in studio.
Quella sequenza si è trasformata in una leggenda grazie anche a uno scatto rubato, non dal film, ma dalla macchina fotografica di Matty Zimmermann, un fotografo dell’Associated Press che immortalò Marilyn nell’atto di cercare di domare la gonna ribelle. Ma è davvero questo l’abito più iconico della storia? Certo, ha tutte le carte in regola per esserlo. Eppure, la moda e la storia del cinema sono piene di sorprese. C’è un altro vestito, indossato da un’altra donna straordinaria, che merita di essere riscoperto e rivalutato come il vero simbolo di eleganza e fascino senza tempo. Chi è la misteriosa protagonista di questa rivalutazione?
Il vestito verde di Espiazione e l’impatto nella storia del cinema
Parliamo del vestito verde indossato da Keira Knightley nel film Espiazione. Disegnato dalla talentuosa costumista Jacqueline Durran, questo abito è apparso nel film del 2007, diventando subito iconico. Non è un caso che sia stato votato come “il miglior costume della storia del cinema” da un sondaggio organizzato da Sky Movies e InStyle, superando mostri sacri come per l’appunto l’abito bianco di Marilyn Monroe, ma anche il tubino nero di Audrey Hepburn.
La Durran si è ispirata agli anni ’30, reinterpretando con freschezza e modernità i codici dell’epoca. Il risultato è un abito da sera con uno strascico lungo, una scollatura mozzafiato e una schiena completamente scoperta. Il tessuto è una seta lavorata appositamente per ottenere quel colore brillante, su disposizioni dirette del regista Joe Wright.
Infatti, la costumista rivela: «Joe disse che voleva un vestito verde. Il verde è un colore molto simbolico, ma non ho mai voluto definire esattamente che cosa significasse per lui il verde. È un simbolo aperto ad interpretazioni, che vuol dire molte cose per molte persone. Io penso al verde come alla tentazione, ma è solo la mia opinione.»
Il regista voleva dunque che il colore verde fosse un elemento centrale, un simbolo aperto a molteplici interpretazioni. Per alcuni, rappresenta la tentazione; per altri, l’equilibrio o la passione. In ogni caso, il vestito è un veicolo di emozioni che trascende le immagini, diventando esso stesso un personaggio del film.
Ovviamente, non parliamo solo di un valore simbolico o cinematografico. Nel 2008, è stato messo all’asta per raccogliere fondi per un’associazione benefica dedicata ai bambini vittime di abusi. Partendo da un prezzo base di 1.000 dollari, l’asta si è conclusa con un’offerta finale di ben 46.000 dollari.
Certo è che quell’abito verde sta bene solo a pochissime persone, sicuramente a figure slanciate come quelle di Keira Knightley. Questo fa pensare a quanto il canone estetico sia cambiato nel corso del tempo. Nonostante Marilyn fosse considerata una diva negli anni ’50, il suo fisico, seppur sottile, non rifletteva la magrezza estrema che oggi domina i riflettori, e anche il cinema.
Questo cambiamento nei gusti estetici solleva domande interessanti sul modo in cui la moda e il cinema influenzano le percezioni della bellezza. L’abito di Espiazione rappresenta un ideale quasi irraggiungibile, ma forse è proprio questa sua esclusività a renderlo il preferito di molti.