Rose Villain lancia la sua linea di make up a pochi giorni da Sanremo e finisce nei guai. La verità sulla vicenda sfilate.it
Rose Villain al centro delle polemiche per un caso di plagio legato alla sua linea beauty lanciata prima di Sanremo. L’accusa arriva dall’Australia, ma quali sono le verità dietro il caso?
Dopo aver conquistato le classifiche italiane con hit come Il diavolo piange e collaborazioni con artisti di spicco come Salmo, Rose si prepara a calcare il prestigioso palco dell’Ariston per la sua prima partecipazione a Sanremo. Lo scorso anno il singolo Click boom! ha fatto ballare tutti e si è guadagnato ben 3 dischi di platino.
E, come se l’emozione per il Festival non fosse abbastanza, Rose ha deciso di lanciare in grande stile anche la sua linea di cosmetici, Good Villain. Ma qualcosa sembrerebbe sia andato storto. A pochi giorni dalla kermesse musicale, la cantante è stata travolta da una polemica che sta facendo molto rumore, sollevata dai social e da un’accusa piuttosto pesante: plagio. Cosa è successo esattamente? E come si è arrivati a questo punto?
Tutto è partito da Instagram. La pagina Very Inutil People, infatti, ha condiviso un post che segnala l’incredibile somiglianza tra un accessorio della linea di Rose, chiamato “BFF”, e un prodotto brevettato dall’azienda australiana Lippy Links. Ma di cosa si tratta? Altro non è che un piccolo connettore per rossetto e matita labbra, ideato per evitare che si perdano nella borsa. Geniale? Forse. Innovativo? Dipende. I commenti degli utenti sono stati immediati e, come spesso accade online, impietosi.
C’è chi sostiene che chiunque possa acquistare oggetti simili su piattaforme come Aliexpress e rivenderli con il proprio marchio – il famoso dropshipping. Ad onor del vero, facendo una ricerca per immagini, le uniche corrispondenze che si trovano sono proprio quelle di Rose e del brand australiano. L’imprenditrice australiana Sia Nasios, fondatrice di Lippy Links, ha dichiarato che il suo prodotto è stato copiato senza permesso, gettando ombre sulla reputazione dell’artista italiana.
Il caso diventa ancora più intricato quando si entra nel dettaglio della questione legale. Il prodotto potrebbe non essere tutelato in Italia, nonostante il brevetto sia stato depositato in Australia. Questo dettaglio lascia spazio a una domanda: ma Rose Villain era a conoscenza del brevetto? O forse si tratta di un errore di valutazione da parte del suo team?
Alcune ipotesi suggeriscono che il fornitore dell’accessorio potrebbe aver venduto il design sia all’azienda australiana sia a Rose, magari senza che le due fossero al corrente l’una dell’altra. Al momento, Rose non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione. Il silenzio potrebbe essere una strategia per evitare di alimentare ulteriori polemiche prima di Sanremo.
Tuttavia, c’è il rischio che questo approccio venga interpretato come un’ammissione implicita di colpa. Rose, comunque, potrebbe adire le vie legali per tutelare la sua immagine, visto che le è stato dato della ladra.
E mentre i fan si dividono tra chi la difende a spada tratta e chi la accusa, il dibattito resta acceso. La domanda resta: come si evolverà la vicenda? La musica riuscirà a far dimenticare questo inciampo o sarà l’inizio di una lunga battaglia legale?
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