Anna Oxa, a quando insegnò tutti a Sanremo l'arte della trasformazione: ricordi questi iconici look?
Anna Oxa ha fatto di Sanremo il suo palcoscenico delle metamorfosi. Riviviamo insieme i suoi momenti più iconici ripercorrendo la storia della musica e della moda italiana.
Parlare di Anna Oxa e Sanremo significa raccontare un viaggio fatto di sorprese, audacia e continue metamorfosi. La sua prima apparizione nel 1978 con “Un’emozione da poco” ha lasciato il pubblico senza fiato, ma non solo per la voce straordinaria. Da quel momento, ogni sua partecipazione al Festival è diventata un evento a sé, un mix di musica e teatralità che ha scritto pagine memorabili della storia sanremese.
Nel corso degli anni, ha saputo imporsi come una delle interpreti più imprevedibili del panorama italiano, sempre pronta a stupire. Ha attraversato generi, sonorità e persino epoche musicali, restando fedele solo a una regola: mai essere scontata. Tra vittorie, polemiche e momenti cult, il palco dell’Ariston è stato per lei una tela bianca su cui ridisegnarsi ogni volta.
Come abbiamo accennato, la sua prima volta di Anna sul palco dell’Ariston è stata nel 1978. Aveva solo sedici anni e già sembrava decisa a rivoluzionare tutto. Non il solito vestitino romantico da debuttante, Anan si presentò con un outfit che lasciò il pubblico senza parole: cravatta a pois, blazer oversize, guanti di pelle e trucco pesante, come una perfetta rockstar new wave. E in effetti il tocco dietro questa immagine così forte era proprio di Ivan Cattaneo, artista e icona alternativa dell’epoca. Nessuno si aspettava una ragazza così giovane con un look tanto deciso, che sembrava preso in prestito da Siouxsie Sioux, regina del punk inglese. L’Italia era ancora immersa negli anni di piombo, la gioventù ribelle si faceva largo tra incertezze e desiderio di rivoluzione, e Anna Oxa, con la sua voce e il suo stile, ne era il perfetto manifesto.
Ma la trasformazione era appena cominciata. Qualcuno si aspettava che, con il tempo, avrebbe addolcito la sua immagine, magari abbandonando quel look così audace. Invece, negli anni ’80 fece esattamente il contrario. I capelli si fecero biondo platino, il trucco sempre più accentuato, gli outfit più audaci che mai. Nel 1985, con il brano “A lei”, salì sul palco con una mise che fece scalpore: un soprabito rosso fuoco che, a metà esibizione, tolse per rivelare una tutina di lycra aderentissima.
L’anno dopo, nel 1986, tornò con “È tutto un attimo”, uno dei suoi più grandi successi. E di nuovo, eccola lì a sfidare le convenzioni con un look che lasciava scoperto l’ombelico, dettaglio che all’epoca fece discutere più di quanto si possa immaginare. “Perché solo se lo faccio io, suscita tanto scalpore?” disse in un’intervista, ribaltando la questione con la sua solita lucidità. La verità è che Anna Oxa non si limitava a seguire le mode, le anticipava, e forse era proprio questo a renderla così unica.
Gli anni ’90 segnarono un altro capitolo della sua metamorfosi. Nel 1990, con “Donna con te”, scelse uno stile più minimal, anticipando quello che sarebbe diventato il trend dominante del decennio. Basta eccessi, via i colori forti e le provocazioni visive: blazer, pantaloni morbidi e tonalità neutre segnarono un nuovo corso della sua estetica, senza però intaccare minimamente il suo carisma. Il look poteva essere più sobrio, ma la presenza scenica rimaneva la stessa, magnetica e imponente.
Nel 1994, invece, la sua immagine tornò a brillare, letteralmente. Co-conduttrice del Festival accanto a Pippo Baudo, si affidò a Gianni Versace, scegliendo abiti che sembravano fatti apposta per esaltare la sua aura di diva moderna. Uno dei più iconici? Un abito in maglia metallica argento.
E poi, il 1999. Il look che ancora oggi divide e fa discutere. Pantaloni a vita bassissima e un tanga nero in bella vista, abbinati a un top minimal firmato Gucci by Tom Ford. Un’immagine destinata a restare nella storia della moda e della televisione italiana. Il pubblico era pronto per una simile provocazione? Forse no, e infatti le polemiche non mancarono, tanto che qualcuno arrivò persino a chiedere la sua esclusione dalla gara.
Gli anni 2000 segnarono un’altra fase della sua metamorfosi. Nel 2003, optò per un look total white rilassato e urban, nel 2011 invece scelse toni violacei e un outfit meno incisivo, forse in linea con un momento meno sperimentale della sua carriera. Poi arrivò il 2023, il ritorno a Sanremo dopo anni di assenza. Il mondo era cambiato, la moda aveva visto di tutto, eppure lei riuscì ancora una volta a catturare l’attenzione con un look total black dal sapore quasi mistico, con capelli lunghissimi e uno stile che sembrava richiamare le sue radici più profonde.
E quindi, cosa rimane oggi di tutti questi look? Non solo una sfilata di abiti, ma una storia di libertà assoluta. Anna ha usato la moda come un’estensione del suo essere, mutando forma a seconda del momento della sua vita, senza mai perdere la sua identità. È questo che l’ha resa un’icona. E oggi, con tutto quello che si è visto e sdoganato negli anni, riuscire a sorprendere è sempre più difficile. Ma se c’è qualcuno in grado di farlo ancora, quel qualcuno è sicuramente lei.
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