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Shein sotto accusa in Europa: non si potranno più acquistare questi capi low-cost

Shein sotto esame in Europa: le nuove regole potrebbero mettere fine agli acquisti low-cost. Il fast fashion resisterà ai cambiamenti o perderà il suo fascino?

Chi non ha mai ceduto alla tentazione di acquistare un capo trendy a pochi euro? Il fast fashion ha completamente rivoluzionato il mondo della moda. Shein, in particolare, ha saputo cavalcare questo fenomeno con una velocità impressionante, lanciando ogni giorno centinaia di nuovi modelli e conquistando milioni di clienti in tutto il mondo. Ma come ha fatto un marchio nato nel 2008 a diventare un colosso del settore? La formula è semplice: prezzi stracciati, varietà infinita e una strategia digitale imbattibile, che ha reso lo shopping online più immediato e irresistibile che mai.

Dietro questo successo, però, si nascondono anche molte ombre. Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha iniziato a mettere in discussione il modello di business di Shein, sollevando dubbi sulla conformità dei suoi prodotti agli standard europei. E se un giorno non fosse più possibile ricevere questi pacchi a basso costo direttamente a casa? Bruxelles sta valutando nuove regole che potrebbero colpire duramente il colosso cinese, come l’eliminazione dell’esenzione dai dazi doganali per gli acquisti di piccolo importo.

Il fast fashion sotto accusa: il low-cost è davvero sostenibile?

La favola del fast fashion, quindi, potrebbe avere i giorni contati. Le accuse sono pesanti. Secondo la Commissione Europea, alcuni prodotti venduti sulla piattaforma potrebbero non rispettare gli standard di sicurezza richiesti. I materiali sono davvero sicuri? Le informazioni sui prodotti sono chiare o nascondono dettagli importanti? Non è la prima volta che si sollevano dubbi sulla qualità degli articoli venduti online, ma ora l’UE ha deciso di vederci chiaro. Per questo sta lavorando insieme alla Rete di Cooperazione per la Tutela dei Consumatori, un gruppo di autorità che monitora il rispetto delle regole nei vari paesi europei.

martello da giudice
Il fast fashion sotto accusa: il low-cost è davvero sostenibile? – sfilate.it

Tra le accuse principali c’è la famosa esenzione dai dazi doganali. In Europa, gli ordini di piccolo valore – sotto i 150 euro – non pagano tasse all’importazione. Questo ha permesso a Shein di vendere milioni di prodotti senza i costi che invece devono affrontare i negozi fisici o gli e-commerce europei. Nel 2024, solo in Europa, sono stati importati 12 milioni di pacchi al giorno, per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro. La maggior parte proveniva dalla Cina. È ancora sostenibile un sistema del genere?

Oltre alla concorrenza sleale, c’è un’altra questione centrale: la sicurezza. Diverse indagini hanno dimostrato che molti prodotti acquistati da questi siti non rispettano gli standard europei. In alcuni casi, sono stati trovati materiali tossici nei vestiti per bambini, mentre altri articoli contenevano sostanze vietate. Cosa finisce davvero nelle case dei consumatori? La questione non riguarda solo l’abbigliamento, ma anche cosmetici, giocattoli, elettronica e altri oggetti di uso quotidiano.

Shein ha fatto sapere che collaborerà con le autorità per dimostrare di rispettare le normative. Ma se l’Unione Europea deciderà di eliminare l’esenzione dai dazi e aumentare i controlli, i prezzi potrebbero salire sensibilmente. Se un vestito da 5 euro iniziasse a costarne 15 o 20, il fast fashion continuerebbe ad avere lo stesso appeal? E soprattutto, i consumatori sarebbero disposti a spendere di più pur di continuare a comprare capi usa e getta?

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