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Incinta e col pancione a Sanremo: quando fu Lei a rubare la scena di tutto l’Ariston

Fu un successo e uno scalpore al contempo: arrivò col pancione sul palco dell’Ariston e lanciò un messaggio fortissimo: tutto merito suo!

Sanremo 2025 è appena iniziato e di soddisfazioni ce ne ha già ampiamente date: stasera sta toccando nuovamente ai primi 15 campioni in gara a riproporre la nuovissima canzone per la kermesse. Tuttavia il Festival ha una storia notevole e non indifferente, che nel corso degli anni ha in qualche modo anche segnato la società del tempo. Ne è passato di tempo da quando, nel lontanissimo 1951, Nilla Pizzi vincerà il primissimo Festival di Sanremo con ‘Grazie dei fior‘, divenuta non solo canzone simbolo nazionale, ma che ha avuto la capacità di viaggiare in tutto il mondo.

Dalla delicatezza di Nilla si arriverà negli anni a intensi capolavori, come dimenticarsi di Minghi e Mietta con Vattene Amore? Quel ‘dududu dadada‘ è ancora oggi fortemente cantato, rimanendo nei cuori di tutti. Eppure, fu una cantante in particolare che raccolse successo e scalpore al contempo, con un gesto del tutto inaspettato e tra l’altro di grande impatto mediatico. Incinta e col pancione in bella vista, vi dice niente?

Incinta e col pancione a Sanremo, quando fu proprio lei a portare il femminismo sull’Ariston

Il Festival di Sanremo è rimasto dal 1951 uno dei simboli Rai per eccellenza, subendo rivisitazioni, profondi cambiamenti e non solo: anche la società che lo ha guardato e continua a guardarlo non è la stessa di quaranta o cinquant’anni fa, se non di più. In qualche modo l’emittente è sempre stato rivolto a un pubblico ‘perbenista‘, mai sfrontato, sotto certi aspetti ‘omertoso‘ della verità sociale che si rifletteva in quegli anni, specialmente negli anni 80. Anni di soldi, di lusso e ricchezza in cui il povero forse neppure poteva sentirsi tale.

Al contempo però, la società ottantina non amava particolarmente guardare in faccia la realtà, vivendo di cliché, aspettative di genere e stereotipi legati all’uomo e alla donna. E una in particolare, la signora rock di tutta Italia è stata in grado in quattro semplici minuti di canzone di raccogliere i consensi di chi soffriva già la costrizione dell’ignoranza, ma anche lo stupore disgustato di chi, invece, pur sapendo la verità volesse a tutti i costi guardarla con gli occhi di un povero cieco.

Incinta e col pancione a Sanremo, quando fu proprio lei a portare il femminismo sull’Ariston (Foto X @LoredanaBerte) – sfilate.it

Sale sul palco, mai successo prima, al suo debutto, nel 1986, l’immensa Loredana Bertè indossa un mini dress in pelle super attillato, con calze scure sexy semi trasparenti e stivali texani. Capelli tirati indietro e fermati da un cerchietto che ricadono in una cascata vaporosa di riccio increspato, corsetto con applique leather a dettaglio sul seno, spalline super pronunciate con inserti a borchie e carisma da vendere. Ma perché all’epoca fece così scalpore? Semplicemente la Bertè indossò un pancione finto per l’occasione, ballando e muovendosi come se in realtà neppure lo avesse.

Un messaggio importante da lanciare e di cui Loredana si è totalmente e letteralmente rivestita, strappando la donna da quella concezione di donna modello, moglie sforna figli e madre prediletta. Quell’immagine di una ‘femmina‘ devoluta a rimanere su un letto a sacrificio totale del proprio corpo e della propria anima nei confronti della famiglia viene spazzata via da una sola canzone e una performance evocativa. Bertè non è di certo nuova a tutto questo, già alla vincita del Festivalbar, con la sua Non sono una signora indossò un abito da sposa con body scosciato sottostante, a ripresa di quel candore nascosto e quella sensualità costretta a sparire nel momento in cui si sceglie di metter su famiglia.

Fu un gesto unico, speciale, femminista e di controtendenza. E rimanendo nello scenario comune sanremiano, possiamo dire che Loredana fosse anni luce lontana dalla società in cui vivesse. Ancora oggi lo è e le vogliamo sempre un mondo di bene.

Cesare Orecchio

Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.

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