Dall’abbigliamento istituzionale alla comunicazione visiva, il look di Giorgia Meloni racconta il potere. Quanto vale davvero la sua immagine?
Quando si ricopre una carica istituzionale di rilievo, quanto influisce l’immagine personale sulla percezione pubblica? È possibile separare il messaggio politico dall’aspetto esteriore di chi lo comunica? Nell’era della comunicazione visiva, l’apparenza diventa sostanza? Queste domande emergono osservando figure come Giorgia Meloni, la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio in Italia.
L’immagine di un leader può rafforzare o indebolire la sua autorevolezza? Un outfit ben scelto può influenzare la fiducia dei cittadini? E quanto conta l’autenticità nello stile personale di un politico? Nel caso di Meloni, il suo look è diventato oggetto di analisi e discussione: si tratta di una strategia comunicativa o di una naturale evoluzione personale? E, in termini economici, quanto investe un leader nella propria immagine?
Tailleur, tonalità scelte e brand italiani: il linguaggio sartoriale di Giorgia Meloni
Se agli inizi della sua carriera politica il rosso spuntava spesso tra i suoi outfit, oggi compare raramente anche se non è completamente sparito. Una scelta che non sembra casuale, il rosso è un colore di impatto, energico, quasi combattivo, e potrebbe essere stato accantonato per abbracciare toni più istituzionali e sobri. Meglio lasciare che siano le parole e le azioni a trasmettere forza, piuttosto che un blazer acceso.

La sua palette cromatica segue ormai uno schema ben preciso: in primavera ed estate dominano le tonalità chiare, come panna, beige e cipria, che regalano freschezza senza perdere in eleganza. In inverno e nelle occasioni più solenni, invece, il blu e il nero diventano protagonisti, colori che da sempre comunicano autorevolezza e serietà. Un esempio è il tailleur blu notte firmato Giorgio Armani indossato durante la Cerimonia della Campanella, giacca in seta da circa 2.000 euro e pantaloni coordinati da 950 euro.

Se all’inizio del suo mandato sembrava affidarsi spesso ai grandi brand di lusso, con il passare del tempo la sua scelta è diventata più “ragionata”. Meno loghi, più sostanza. Tra i marchi entrati nel suo armadio ci sono brand italiani di alta qualità ma dai prezzi più accessibili. Uno di questi è D.Exterior, noto per la sua maglieria raffinata e per capi dal design elegante ma senza eccessi. Anche il cashmere di Prato è diventato uno dei suoi punti di riferimento, grazie ai capi firmati Cashmere Island, brand che propone maglie e cardigan in pura lana con prezzi che si aggirano tra i 100 e i 150 euro.

Anche gli accessori hanno subito una svolta: basta orologi di lusso dal costo esorbitante, spazio invece a modelli che non superano i 300 euro, come i bracciali discreti e i gioielli minimal che spesso accompagnano i suoi look. Lo stesso vale per gli abbinamenti, che appaiono sempre più studiati rispetto al passato. Se prima non era raro vederla con contrasti cromatici netti, oggi il tono su tono è diventato la norma, rendendo l’insieme più armonioso e sofisticato.

Un esempio perfetto di questo nuovo approccio è stato il tailleur rosa indossato al G7 di Borgo Egnazia nel 2024. Un completo elegante e moderno, realizzato da marchi italiani, ma senza il logo in evidenza. Il messaggio è chiaro… sobrietà, qualità e attenzione al Made in Italy. Questo cambio di rotta potrebbe essere dettato anche dal contesto economico attuale. Mostrare un’immagine più “concreta” e meno lussuosa potrebbe essere una scelta strategica, volta a risultare più vicina a un Paese che affronta un periodo economicamente complesso.
Alla fine, la vera domanda è: quanto conta l’abbigliamento nella percezione di un leader? È più importante l’autenticità o la strategia? Nel caso di Meloni, il cambiamento stilistico racconta molto del suo percorso politico. Dai colori alle stagioni, dai marchi ai prezzi, ogni dettaglio contribuisce a costruire un’immagine che si adatta alle esigenze del ruolo.