Dovremmo inorridire tutti davanti al maglione di pelle umana proposto da Diesel alla Milano Fashion Week, invece ha fatto proprio bene: il motivo è semplice da intuire.
La moda non è fatta soltanto per far innamorare e far sentire belli, ma anche per destrutturare alcuni concetti, specialmente se questi sono addirittura legati ancora a degli stereotipi, che nel 2025, anno che già suona di suo in modo positivo, non possiamo più permetterci e accettare. E tutto questo ormai molti brand famosi e maison di moda lo hanno ampiamente capito, riversando concept nuovi e ideali più freschi nelle loro collezioni proposte agli appuntamenti più importanti di tutto il settore fashion. Come sappiamo le Fashion Week sono vere e proprie vetrine di vendita in cui non è solo l’abito a poter essere acquistato, ma in qualche modo anche lo stilista stesso.
E Diesel, veterano di passerelle, alla Milano Fashion Week di questo 2025 ha ben pensato di sovvertire qualsiasi concetto legato allo stile: la sua è stata una collezione ampiamente streetwear con connotati fortemente evocativi, mancanza di design prettamente femminili o maschili, eppure presenti in qualsiasi look. Ma è in particolare un maglione che ha suscitato particolarmente l’attenzione di tutti, clienti, altri stilisti, stampa, followers su Instagram. Sembrerebbe essere stato realizzato con pelle umana, ma le cose sono ben diverse.
Il maglione di pelle umana di Diesel ha fatto centro: cosa si nasconde dietro
Che dir se ne voglia, lo stile Diesel è sempre stato sulla bocca di tutti perché ha più volte richiamato a sé e nei suoi abiti tutti gli elementi squisiti della moda streetwear, pensata di generazione in generazione per i giovani, rivolta a un pubblico che ama osare, sedurre, non prendersi troppo sul serio. Tutti elementi che ritroviamo nella Capsule limited edition ispirata fortemente a tutti i soggetti di street art metropolitani, dai graffiti alle scritte più grezze, dall’arte di strada davvero pura nel vero senso della parola.

Lo scenario della sfilata è già stato tutto un programma, ripercorrendo in tutta la scenografia le strade di ogni parte del mondo dominate dalla presenza dei disegni sui muri astratti, evocativi, impattanti, preziosi nella capacità e voglia di sapere comunicare. In ogni fetta dell’intera collezione ritroviamo il denim, il jacquard, la lana, le trame fitte e gli strappi, ma anche nuovi design in grado di far discutere. Come il maglione in pelle umana che è stato lanciato in passerella come agnellino in mezzo ai lupi.
Chiariamo sin da subito, non troviamo nessuna vera pelle umana, è piuttosto il concept, la realizzazione e l’uso dei materiali a far sembrare questo jumper realizzato con il derma: composto principalmente da materiali lattici e traspiranti in grado di emulare perfettamente il nostro primo vero organo esterno, ha certamente destato particolari commenti, lasciando addirittura attoniti molti. Ma in fondo il senso ultimo della collezione è stato proprio questo: sovvertire il carattere unificato delle masse, riequilibrare i preconcetti, scarnificare una visione troppo globalizzata della moda pratica e più street.
Basta dare un’occhiata anche agli altri look per rendersi conto delle dominazioni semplici e accattivanti dell’arte di strada, quella che ancora ad oggi forse non è del tutto compresa. Qual è in fondo il miglior vestito che possiamo indossare in una società che da una parte ci ha permesso di essere diversi e dall’altra quella stessa diversità è marginale ed emarginata? La nostra pelle, ciò che siamo senza alcun capo. E forse Diesel voleva comunicare proprio questo, essendoci riuscito.