ragazzo guarda abiti vintage

Come valutare vestiti vintage e guadagnare bei soldi: questo in pochi te lo diranno

Vendere vestiti vintage può essere una mossa strategica di marketing per farci fare bei soldi: ma occhio a come lo fai o rischi di svalutare tutto e non guadagnare nulla!

Nonostante la tecnologia piaccia e l’evoluzione soddisfi, siamo ancora fortemente condizionati dal passato e in particolar modo dal suo stile: ne sono un chiaro esempio i tantissimi stilisti che ripropongono design e linee prettamente anni 70 oppure 80, concentrandosi però anche sullo quelli anni 90 e inizio 2000. Qualche esempio pratico? Abbiamo visto in questo periodo il ritorno dei jeans a vita bassa, delle gonne a ruota, delle ballerine e del classico trench alla ‘ispettore‘. Il vintage in qualche modo riesce a farci riassaporare ricordi e sensazioni ormai dimenticate, eppure può essere anche un modo per fare bei soldini.

Difatti sono tantissimi i collezionisti di oggetti vintage di vario tipo e in particolare sono i capi d’abbigliamento ad avere una richiesta mai scontata o in discesa, se non addirittura il contrario in forte incremento. Venderli quindi potrebbe essere una soluzione efficace per guadagnare persino somme non indifferenti, attenzione però: non tutto può essere venduto e non tutto il vintage può essere valutato. Scopriamo quindi qualche metodo per farlo ed eventualmente riuscire a fare i soldi giusti.

Come valutare il vintage e vendere bene: qualche trucchetto che nessun altro vorrà rivelarti

Come detto, il vintage ad oggi rimane il fenomeno per eccellenza più richiesto soprattutto nei mercatini o nei vari eventi delle fiere di paese e grandi città. Un chiaro esempio può essere il mercatino del vintage di Milano sul Naviglio Grande, che ha riscosso un notevole successo sin dagli albori. Cosa possiamo vendere? Di tutto: dal cappotto alla pelliccia, dalla blusa alla camicetta, passando per le scarpe, i pantaloni, gli accessori e così via.

Ogni capo d’abbigliamento in qualche modo viene visto non solo per ciò che sia, ma anche per quello che ha rappresentato per la sua generazione. Pensiamo ad esempio alle pellicce, che se ad oggi grazie a Dio non vengono più prodotte con vera pelle di animale, in passato erano l’esaltazione più pura della moda femminile. Come dicevamo però, vendere i capi vintage soprattutto online non è così semplice come possa sembrare.

pelliccia vintage
Come valutare il vintage e vendere bene: qualche trucchetto che nessun altro vorrà rivelarti – sfilate.it

Difatti non possiamo assolutamente piazzare sulla vetrine dei vari store o app dedicate come Vinted, fregandocene di tutta un’altra serie di dettagli non indifferente: primo riguardo tra tutti, che possa sembrare scontato ma non lo è, mai spacciare un capo per vintage quando non lo sia. Questo perché la moda retrò assume un valore sicuramente prezioso che può effettivamente farci piazzare sul mercato quel tipo di abito a un prezzo più sostenuto. Inoltre per vintage non si intendono le collezioni Zara di 8 anni fa, per portarvi un esempio pratico.

Oltre a questo, un capo vintage per essere venduto a un prezzo sostenuto deve risultare perfetto e impeccabile, senza buchi, senza scuciture o altri elementi che possano ledere al risultato finale. Se invece abbiamo la possibilità, oltre alla foto del prodotto, specifichiamo anche dati di etichetta e soprattutto eventuali confezioni di vendita e/o certificati di garanzia, che sicuramente contribuiranno a rendere più unico il pezzo in questione da vendere. Infine, ma non per importanza, torna utile farseli valutare da un esperto di moda, affinché vi indirizzi verso il giusto prezzo di mercato!

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