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Macron nuovo testimonial Dior? Dopo Alain Delon il passo è breve: non può farne a meno, ne usa un litro al dì

Macron non è solo un uomo politico. È anche un personaggio che divide, affascina, fa discutere e di certo sa come farsi notare. Ma cosa c’entra con Dior?

Cosa ci fa uno come lui accostato a una casa di moda come Dior? Cosa tiene insieme un politico e un marchio che profuma di lusso d’altri tempi? Queste sono tutte domande legittime, anche se suonano strane, lo so. Ma forse non più di tanto. Dopo Alain Delon, con quel suo fascino eterno, il salto non è poi così folle. La domanda è: che c’entra un presidente con un flacone da profumo sempre in mano? E soprattutto, quanto ce n’è di vero?

Da settimane gira voce che Emmanuel Macron abbia un debole serio per Dior. Qualcuno dice che se lo versa come fosse acqua. Altri parlano di un legame più profondo. Ma è davvero credibile immaginare un capo di stato come volto di una maison? Eppure, in un’epoca dove politica e immagine vanno a braccetto, forse la risposta non è così scontata.

Moda, politica e immagine: il ruolo di Dior nella strategia di Macron

A quanto pare, se entri all’Eliseo quando Macron è presente, non c’è bisogno di guardare per capire che lui è arrivato. Il profumo, infatti, precede sempre il suo ingresso. Il presidente francese, a quanto pare, è un grande fan di Eau Sauvage di Dior. Secondo alcuni, lo staff dell’Eliseo riesce a percepire la sua presenza grazie a questo profumo, che è così potente e distinto che ne basta una spruzzata per riempire l’ambiente.

Ma come mai questo profumo, e perché è così importante? La risposta non è solo nella sua intensità, ma anche nel significato che può avere come parte di un più ampio gioco di immagine. In un libro recentemente uscito, il giornalista Olivier Beaumont esplora proprio questo aspetto, collegando il profumo a una sorta di strategia di potere. Non è difficile fare un parallelo con la storia, dice lui stesso: come Luigi XIV, il re sole, usava il profumo come un segno di autorità nei suoi passaggi nelle sale di Versailles, così Macron sembrerebbe usare la sua fragranza come un mezzo per segnare la sua presenza, e in qualche modo, anche per affermare il suo ruolo all’interno dell’Eliseo.

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Moda, politica e immagine: il ruolo di Dior nella strategia di Macron – foto dior.com – sfilate.it

Il legame tra il presidente e Dior non si ferma però alla sua preferenza olfattiva. L’aspetto interessante, infatti, è anche il legame tra Macron e Bernard Arnault, il magnate del lusso che possiede LVMH, il colosso di cui Dior fa parte. E, naturalmente, non possiamo dimenticare Brigitte, la Première Dame, che sembra essere altrettanto legata al mondo del lusso e della moda. Brigitte Macron ha una passione anche per Louis Vuitton, altro marchio appartenente al gruppo LVMH.

Se ci pensiamo, l’immagine che si crea intorno a un personaggio pubblico come Macron non si costruisce solo attraverso discorsi o atti politici, ma anche attraverso questi piccoli dettagli, che in qualche modo vanno a rafforzare la sua percezione da parte della gente. A questo punto, sorge una domanda interessante: quanto possono influire questi dettagli nella percezione pubblica di un presidente? La moda e il lusso diventano strumenti di comunicazione.

Emmanuel Macron
Il lusso come strumento di comunicazione – foto Ansa – sfilate.it

Quando un politico, come Macron, indossa un determinato marchio o adotta un comportamento legato alla moda, sta in qualche modo dicendo qualcosa anche senza farlo esplicitamente. Così, mentre il suo amore per un profumo specifico potrebbe sembrare una piccola curiosità, potrebbe essere in realtà una mossa strategica per costruire la sua immagine pubblica. Lo stesso vale per Brigitte, la quale, con le sue scelte, non fa che contribuire a una visione complessiva del potere e dell’immagine familiare. La politica, insomma, è ormai anche questione di stile e comunicazione visiva.

Eppure, tutto ciò ci fa anche riflettere su quanto la moda sia diventata centrale anche nella sfera politica. Non è solo un fenomeno francese, ma globale. I leader politici non sono più solo quelli che parlano in pubblico o che prendono decisioni importanti, ma sono anche quelli che attraverso l’immagine, i vestiti, i profumi e gli accessori riescono a costruire una narrazione di sé che si comunica automaticamente.

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