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Cristina Parodi ama i POIS e ce li ha fatti amare alla follia: lei sceglie CRIDA MILANO e i pallini tornano alla ribalta

Cristina Parodi ci è riuscita di nuovo. Ha preso un classico – i pois – e lo ha trasformato in uno dei cavalli di battaglia del suo armadio. Merito anche di Crida Milano, il brand che porta la sua firma e quella di Daniela Palazzi. 

Crida nasce da un’intuizione semplice, ma potente. Fare un vestito che non abbia bisogno di trucchi, che sappia stare in piedi da solo. Niente zip, niente rigidità, solo linee morbide e dettagli messi al posto giusto. È un vestito che segue chi lo indossa, non pretende mai il contrario. La sua forza è quella di essere silenzioso e deciso insieme. Entra nell’armadio e ci resta, anche quando tutto il resto cambia. La moda va, Crida resta.

Dietro a ogni capo, però, c’è molto di più di un buon taglio. C’è un modo di pensare, di produrre, di scegliere. I tessuti arrivano da Como, da Bergamo, da Prato. Hanno nomi italiani, come le città che li ispirano. Ogni abito è una piccola dichiarazione d’amore per un certo tipo di artigianalità che non vuole sparire. E questo lo si capisce anche solo toccandoli, sono pezzi che durano, che non si arrendono al primo lavaggio. Una moda che ha radici, e che guarda avanti senza fretta. Analizziamo un po’ la storia del marchio ei capi di punta!

I capi preferiti di Cristina Parodi: la moda di Crida parla italiano

Cristina Parodi e Daniela Palazzi si conoscono da più di vent’anni, ma la loro sintonia sembra quella di due che si sono trovate al primo sguardo. Lavoravano già da tempo nel mondo della comunicazione e dello spettacolo, ma a un certo punto hanno capito che avevano voglia di raccontare qualcosa di diverso, con un altro linguaggio. E così, davanti a un caffè o forse a una chat vocale mentre ognuna correva dietro ai suoi mille impegni, è nata Crida. Un nome che unisce i loro due, ma soprattutto una visione che non ha bisogno di effetti speciali, solo abiti pensati bene, fatti meglio e capaci di accompagnare le donne nella vita di ogni giorno, senza mai sembrare fuori posto.

I capi preferiti di Cristina Parodi: la moda di Crida parla italiano – foto IG @criparodi1 – sfilate.it

Cristina porta la moda con la naturalezza di chi sa cosa funziona e cosa no. Non si veste per stupire, si veste per sentirsi a suo agio, anche quando sale su un palco o si mette davanti a una telecamera. E questo si riflette nelle scelte che fa con Crida. È sempre stata attratta dalle storie, dalle persone, e gli abiti – dice spesso – ne raccontano più di quanto sembri. Daniela invece ha sempre avuto un debole per l’arte, il disegno, le forme. Da bambina riempiva quaderni di bozzetti, e oggi quegli schizzi sono diventati abiti veri. È anche mamma di quattro figli, quindi sa bene cosa voglia dire vivere nel concreto.

Parlando di abiti, ce ne sono alcuni che Cristina indossa spesso e che ormai sono diventati simboli del brand. Il modello Baldo, per esempio, è quel tipo di vestito che ti salva la giornata. Crêpe de chine, taglio midi, cintura in pelle che segna la vita senza esagerare. Le maniche lunghe hanno polsini ben lavorati, giusti per dare un tocco deciso ma senza strafare. Costa 850 euro, ma è uno di quei pezzi che puoi mettere con un tacco o con una sneakers e ti senti comunque a posto.

I capi preferiti di Cristina Parodi – foto cridamilano.it – sfilate.it

Poi c’è il Brindisi, un altro chemisier in seta, con la stampa a pois che ormai è diventata una firma visiva del marchio. Questo ha le maniche corte, l’elastico in vita, un colletto che si ispira a quello alla coreana e delle tasche che sembrano quasi un dettaglio casuale, ma in realtà fanno tutta la differenza. Costa 800 euro, ed è un abito semplice ma curato, che Cristina porta spesso nei contesti più informali, ma non passa mai inosservato. Ha quella qualità strana di farti sentire ordinata anche quando sei in ritardo o non hai dormito benissimo. Non capita con tutti i vestiti, ma con questo sì.

Crida Milano, moda che vive nella quotidianità – foto cridamilano.it – sfilate.it

La camicia Feltre invece è un capo che gioca sull’equilibrio tra struttura e morbidezza. Ha maniche ampie, ispirate al taglio kimono, che si chiudono su polsini solidi. La spalla è leggermente bassa, così la vestibilità rimane rilassata, ma mai sciatta. Costa 530 euro ed è perfetta per chi vuole sentirsi comoda ma non vuole rinunciare a un minimo di precisione. Cristina la abbina spesso ai pantaloni larghi o a un denim chiaro, e funziona sempre. È una camicia che non ha bisogno di essere stirata alla perfezione per fare bella figura. Una benedizione, diciamolo.

La camicia da portare sempre – foto cridamilano.it – sfilate.it

Infine, i Bermuda in crêpe de chine, (da indossare con la camicia Feltre) è forse il pezzo più sottovalutato della collezione, ma anche il più sorprendente. Hanno una linea ampia, pinces sul davanti e tasche comode che li rendono subito intelligenti da indossare. Niente di rigido, niente costrizioni. Sono eleganti senza essere seriosi, perfetti per chi vuole sentirsi vestita bene anche in giornate di piena estate. Costano 486 euro e Cristina li ha indossati anche in contesti più formali con un blazer morbido e il risultato è stato chic, ma naturale.

Eleganza senza stagione, anche in bermuda – foto cridamilano.it – sfilate.it

Alla fine, la forza di Crida sta proprio qui. Non serve capire la moda per indossarla, basta voler stare bene nella propria pelle. E questi abiti, cuciti con attenzione e pensati per durare, sembrano ricordarcelo ogni volta.

Rosa Liccardo

Sono laureata in Storia dell'arte ed ho la passione per i libri e la scrittura. Redattrice da qualche anno e amo scrivere di lifestyle, viaggi, arte e turismo. Sono appassionata di grafica e fotografia e nel tempo libero mi piace cucire, vedere film e serie tv. Ho una predilezione per i fantasy!

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