Charlene di Monaco ha colpito ancora. Non è la prima volta che la vediamo sfoggiare outfit impeccabili, ma stavolta ha fatto qualcosa in più: ha scelto un look che parla, senza urlare.
Alla finale del Rolex Monte-Carlo Masters, Charlene non ha solo assistito a un evento sportivo. Ha lanciato un messaggio silenzioso, ma chiaro. Con un tailleur celeste in tweed, ha portato la primavera nel guardaroba in modo elegante ma rilassato. La tinta pastello, così delicata e mai banale, dialogava con il suo biondo in modo quasi naturale, senza forzature.
Non era un celeste qualsiasi, e nemmeno un tailleur qualsiasi. C’era equilibrio tra sobrietà e personalità. Il taglio netto, il tessuto materico, la scelta della tinta: tutto sembrava dire “sono qui, ma non ho bisogno di attirare l’attenzione per forza”. È proprio questo il punto: come si costruisce uno stile che funziona senza sembrare costruito? Vediamo da vicino il suo tailleur e come possiamo replicarlo!
Dal Monte-Carlo Masters a tutti i giorni: come imitare il look di Charlene
C’era qualcosa di molto calibrato nella scelta: la giacca lunga, strutturata ma non rigida, e i pantaloni larghi che accompagnavano i movimenti con naturalezza. Niente di troppo tirato, niente eccessi. Il blazer, con quella finta doppia abbottonatura, era un piccolo gioco sartoriale: sembrava doppiopetto, ma in realtà no. Un trucco di costruzione che dà personalità senza complicare. E quel celeste? Né ghiaccio né azzurro baby, una via di mezzo delicata, luminosa ma soft, perfetta sul biondo chiaro e sulla pelle diafana di Charlene.
Il tweed usato per questo tailleur ha incuriosito molti. Di solito si associa a capi pesanti, invernali, quasi rigidi. Invece qui il tessuto sembrava leggerissimo, quasi estivo. Probabilmente un tweed lavorato in modo più aperto, più fresco, pensato per la mezza stagione. È interessante come un materiale così tradizionale, in un contesto sportivo ma elegante come quello del Monte-Carlo Masters, riesca a cambiare faccia.

Dando un’occhiata alle alternative, ce ne sono alcune che riprendono lo spirito di quel tailleur senza mandare in crisi il conto in banca. Il blazer di Smythe, per esempio, ha lo stesso approccio finto doppiopetto che funziona bene per chi cerca un tocco diverso. Costa circa 500 euro, ma ha un bel taglio deciso, una linea lunga e pulita, pensata per essere indossata con i pantaloni coordinati. Il tessuto è denim, quindi il risultato è un po’ più informale rispetto al tweed, ma se abbinato bene può diventare una versione più fresca, più urbana del look di Charlene.

Se però l’idea è trovare qualcosa di più accessibile, allora il blazer di Wittchen su Zalando è una buona opzione. È proposto a 80 euro, scontato da 175, e ha quella struttura che ricorda certi tagli eleganti ma portabili. Le spalline imbottite, i bottoni, il tessuto a quadri quasi invisibile: tutto parla di un capo fatto per sembrare più costoso di quanto non sia. Non ha il fascino discreto del celeste pastello, ma resta su una palette fredda, che funziona bene su chi ha colori chiari o capelli biondi. È uno di quei blazer che puoi mettere anche con i jeans, se ti va, o completare con il pantalone abbinato per ricreare una versione più sobria del tailleur da principessa.

Per chi invece cerca una soluzione davvero easy, senza rinunciare all’idea di base, il completo di Bonprix da 62,99 euro è forse il compromesso più onesto. Giacca e pantaloni, tessuto misto che tiene la forma e si stropiccia poco, e un colore blu medio che non stanca. Non ha la costruzione sartoriale degli altri, certo, ma non pretende nemmeno di averla. È un completo facile, pratico, pensato per chi vuole sentirsi in ordine senza troppi giri di parole. I bottoni in similcorno danno un tocco di calore al tutto e, con un paio di scarpe neutre e una maglia semplice, ci si avvicina molto a quel tipo di eleganza sottovoce che Charlene ha mostrato.
Alla fine, il punto è proprio questo. Non si tratta di copiare un outfit da manuale, ma di capire cosa rende un look equilibrato, coerente, e adatto a chi lo indossa. Charlene non ha fatto nulla di straordinario, ma ha fatto tutto bene. E questa, nel vestire, è spesso la parte più difficile.