La borsa mezza luna di Alessia Marcuzzi non è Prada, ma le somiglia (e costa un decimo)

Alessia Marcuzzi lancia una borsa a mezza luna che ricorda i modelli iconici di Prada, ma a un prezzo decisamente più accessibile.

Forse, come noi di Sfilate.it anche voi avete visto le ultime borse di Alessia Marcuzzi. In particolare, quando abbiamo visto quella borsa a mezza luna, abbiamo avuto un attimo di esitazione. Sembrava Prada, giuro. Ma poi guardando meglio, qualcosa non tornava. Il logo era diverso, i dettagli anche. Eppure l’effetto era proprio quello. È lì che parte la domanda: quanto conta il nome del brand, e quanto invece l’occhio, lo stile, il tempismo?

Negli ultimi anni, sempre più volti noti si buttano in piccole imprese, spesso con intuizioni brillanti. Marchi indipendenti, spesso artigianali, dove il prodotto ha un’identità forte ma riesce comunque a parlare il linguaggio delle grandi maison. Alessia Marcuzzi non fa eccezione. Il suo fiuto per le tendenze è ormai cosa nota, ma la vera domanda è: quanto influisce il suo nome su quello che scegliamo di comprare? E quanto invece ci attira l’oggetto, a prescindere da chi lo firma?

Il progetto personale di Alessia Marcuzzi: il confronto con Prada

Marks&Angels è il frutto di un’idea precisa, coltivata per anni da Alessia Marcuzzi prima ancora che diventasse un progetto vero. Lei stessa ne parla come di un’estensione del suo stile, del suo modo di vedere la moda. All’inizio era solo un’idea, poi nel 2012 è diventata una realtà, piccola ma ambiziosa. Nel 2015 ha deciso di prenderne completamente il controllo e da lì ha fatto sul serio. Non ha delegato. Ha messo mano ai materiali, ai bozzetti, ha scelto di affiancarsi a una fashion designer ma restando coinvolta in ogni dettaglio. Si vede che è un progetto che le somiglia, che ha preso la forma delle sue idee. E non è una cosa da poco, in un mondo dove spesso il volto famoso è solo una copertina.

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Il progetto personale di Alessia Marcuzzi: il confronto con Prada – foto marksandangels.it – sfilate.it

La borsa Luna, per esempio, è un buon esempio di tutto questo. A vederla, è semplice. Linee pulite, silhouette a mezzaluna, pelle martellata nera che al tatto è una carezza. Ma poi ci fai caso… la fibbia dorata sul manico, la zip interna, le proporzioni perfette tra capienza e compattezza. È pensata per essere indossata, non solo mostrata. Si adatta a un look da giorno ma sta bene anche la sera, con quella sobrietà che però non è mai noia. Il manico corto la rende comoda a spalla, quello lungo ti lascia libertà nei movimenti. È una borsa che si infila nella vita quotidiana senza sforzi.

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Prada resta Prada, ma non è l’unica – foto prada.com – sfialte.it

Ora, certo, se mettiamo la Luna accanto alla Arqué Small di Prada le somiglianze saltano all’occhio. La forma è simile, l’impostazione è quella. Ma è come quando senti una canzone e poi ne ascolti una cover ben fatta, riconosci la melodia, ma c’è un’interpretazione diversa. La Arqué ha un’anima più fredda, più da passerella. Ha il logo triangolare in metallo, l’interno in nappa, una costruzione molto precisa e, diciamolo, anche un po’ distante. Costa oltre 2.000 euro e un po’ lo fa pesare. La Luna, invece, è più calda, più vicina, anche più pratica e con i suoi 239 euro non finge di essere altro, ma resta comunque una borsa di qualità, fatta come si facevano una volta, solo con uno sguardo nuovo.

Alla fine la vera domanda forse è questa: cos’è che ci fa dire la voglio? Il nome che c’è sopra? La sensazione che ci dà quando la tocchiamo? Il fatto che ce l’ha una persona famosa o il modo in cui ci sentiamo quando ce la mettiamo addosso? La borsa Luna non pretende di essere un’icona, ma diventa facilmente un oggetto del desiderio perché riesce a parlare un linguaggio comprensibile, quotidiano, sincero. Non fa promesse esagerate, ma mantiene quello che offre. E forse oggi è proprio questo che serve di più.

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